Nel vangelo di questa domenica Gesù vuol far sapere a Giovanni che si trova in carcere, e a noi che lui è il Messia, l’atteso da Israele. La fede come ci ha insegnato la recente esortazione Lumen fidei di papa Francesco non è cieca ma ci vede benissimo, anzi è proprio la fede che consente di vedere ciò che gli occhi naturali non vedono. Per questo Gesù dice: “andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete” (Mt 11,4) Ci sono dei segni da cogliere: “i ciechi riacquistano la vista” vuol dire che coloro che non sapevano che pesci pigliare nella loro vita cominciano a trovare delle risposte, cominciano a uscire dal tunnel dell’incertezza, dal buio del non senso, dal grigiore di una vita banale; “gli zoppi camminano” coloro che avevano cominciato un cammino in modo incerto ora procedono speditamente, color che si sentivano inadeguati, perché ‘difettosi’ corrono più degli altri; “i lebbrosi son purificati”, coloro che avevano qualcosa di cui vergognarsi che li teneva lontano dagli altri, che li faceva sentire maledetti e reietti, ora sono di nuovo accolti e valorizzati; “i sordi odono” coloro che non avevano ascoltato gli inviti del Dio della vita ora possono sentire e ascoltare la musica armonica della buona notizia; “i morti risuscitano” coloro che erano separati e divisi da loro stessi e dagli altri, come il figlio minore della parabola (Lc 15) ora sono ritornati nella casa del padre che per loro ha ucciso il vitello grasso; “ai poveri è annunciato il Vangelo”, per coloro che si sentono svuotati di tutto è arrivato il grande regalo: l’Emmanuele vuol essere loro amico. “ E beato colui che non trova in me motivo di scandalo” ovvero fortunati coloro che non si fanno scrupolo di accettare i regali che non si meritano, che accettano di fare la figura di coloro che non hanno nulla da offrire in cambio e hanno bisogno di ricevere tutto.