Il Vangelo di questa domenica sembra essere fatto apposta per spaventarci. Chi di noi può dire di amare Gesù più della propria moglie, dei propri figli, dei propri parenti di tutto ciò che ha? Eppure sembra questa l’esigenza di minima per poter essere suoi discepoli. Cosa ci vuol dire allora Gesù con questo vangelo? Prima di tutto è un richiamo all’umiltà, a capire che anche essere discepolo non è il frutto dei nostri sforzi ma è un suo regalo. Ciò che lui chiede a noi di fare e di essere è ciò che lui stesso ha fatto per noi. Lui infatti ha rinunciato ad una propria famiglia, ha relativizzato le giuste pretese della sua famiglia adottiva, ha messo la nostra vita davanti alla sua donando tutto se stesso. Leggere questo brano ci aiuta a non contare sulle nostre forze ma solo sulla sua grazia. Il discepolo non è un super eroe ma una persona povera che sa di aver bisogno di tutto. Se accettiamo questo, la nostra vita potrà trasformarsi e anche noi potremo dire con San Paolo di essere forti proprio quando siamo deboli.


