Chi è il vero discepolo?

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Nel vangelo di questa domenica (X TO), Gesù ci pone davanti ad un domanda inquietante: chi è il vero discepolo? I suoi parenti, che pure gli vogliono bene, pensano che sia fuori si sé. Probabilmente, come farà anche Pietro in diversi momenti, pensano di avere più chiaro di lui cosa si debba fare nel suo caso. Se è il messia dovrà comportarsi come loro ritengono giusto che si debba fare. La stessa certezza su chi sia Gesù ce l’hanno gli scribi venuti da Gerusalemme, i teologi che avevano studiato le Scritture e che lo bollano come un indemoniato. A questi Gesù risponde con un ragionamento molto semplice: se lui fosse indemoniato, perché scaccerebbe i demoni? Alla fine del brano come sempre ci sorprende dando la definizione di discepolo: «chi fa la volontà di Dio questi è mio fratello e sorella e madre». Mi colpiscono due cose: la prima è la forza di questo legame che si viene ad instaurare con chiunque cerchi in profondità la volontà di Dio. Con queste persone Gesù si identifica al di là dei legami di sangue. La seconda è che Gesù dice questo «volgendo lo sguardo in giro» (Mc 3,34). Lui stesso va oltre gli schemi e, come si usa dire nel nostro linguaggio, “si guarda in giro” si muove a 360 gradi diversamente da noi che siamo sempre pronti ad etichettare tutti: i “vicini” o i “lontani” “i praticanti” e i “credenti” i “regolari” o gli “irregolari”. È la libertà dello Spirito che Gesù segue e che ci provoca ad assumere per vincere schemi e barriere e per scoprire discepoli proprio là dove non ce lo immaginavamo.