Le conseguenze della guarigione

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L’incontro tra Gesù e il cieco nato (Gv 9,1-41) è un esempio di cambiamento radicale, anche se questo lo porterà a complicarsi la vita. Vediamolo più da vicino. Il testo di Giovanni fa riferimento a dei cambiamenti profondi, partendo dal presupposto non scontato, che realmente li si desideri. Si ha un desiderio nella misura in cui si vuole raggiungere un determinato obiettivo e conseguentemente si mettono in azione quei mezzi atti a raggiungere il fine ci si è proposto. Nell’episodio dell’incontro con il cieco nato si possono vedere bene le dinamiche che possono bloccare il cambiamento stesso.

Di fronte alla cecità, la prima domanda è che cosa ha fatto di male per essere in quella situazione. La domanda dei discepoli tenta di razionalizzare la cecità, riconducendola ad una azione di Dio che interviene nella vita, facendo corrispondere al peccato dei genitori la cecità dei figli. In questo sistema, Dio interviene ristabilendo l’ordine dopo la violazione del peccato, Dio è il garante dell’equilibrio. Questa lettura dei fatti proposta dai discepoli è un’interpretazione di conferma rispetto al loro schema mentale. Il loro sistema di riferimento ha interiorizzato la presenza di un Dio così, però la risposta di Gesù contrasta questa credenza funzionale: né lui né i suoi genitori hanno peccato e allora? Gesù apre un nuovo ordine di senso: è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Gesù apre un’alternativa ad una credenza funzionale, introduce una variabile nuova che interpreta la realtà diversamente, Gesù introduce un elemento destabilizzante prima di tutto nella vita dei discepoli.

I gesti di Gesù verso il cieco nato (Gv 9,6) sono gesti di creazione, richiamano l’origine, sono elementi che rimandano ad una nuova creazione; è una modalità di intervento con cui si sta operando qualcosa di radicalmente nuovo.

I vicini, gli altri mendicanti, quelli che lo hanno frequentato giorno dopo giorno, non lo riconoscono, non riconoscono il cambiamento apportato dall’aver acquistato la vista. La guarigione comincia a destabilizzare non solo la vita del cieco nato, ma anche il suo mondo relazionale. Queste contestazioni sono un bel segno, poiché indicano che si stanno toccando gli equilibri fondamentali. Se non c’ è questo tipo di reazione si è ancora nei cambiamenti fittizi.

Questa reazione si ritrova anche nel gruppo dei farisei (Gv 9,16 ss) i quali affermano che Gesù non viene da Dio perché guarisce di sabato. È in gioco un equilibrio religioso molto importante, è la funzione del sabato che Gesù mina. Gesù risponde disobbedendo ad alcune norme perché in questa circostanza è questa l’unica strada per obbedire a Dio. Il cieco viene liberato di sabato e viene ricreato: è una persona nuova a cui viene restituita la libertà. Questa libertà ha però delle conseguenze, prima di tutto per colui che viene guarito. Acquistare la vita non è indolore, perché al sistema l’uomo serviva come cieco e lui doveva rimanere cieco. La cecità è funzionale alla conservazione di un equilibrio, e allora ci vuole una forte dose di motivazione per puntare al cambiamento.