“Nell’ora che non immaginate viene il Figlio dell’uomo” (Mt 24, 44) dice Gesù nel Vangelo di oggi che inaugura l’ Avvento. È un periodo tutto particolare, una sorta di allenamento a spezzare gli schemi e le consuetudini. Da un lato comincia la preparazione del Natale non solo quella liturgica, ma anche quella della pancia e del portafoglio: cene, cenoni, pranzi e regali – “cosa farò a mia moglie, ai figli… cosa riceverò…”- Tutto questo ha un suo senso che rischia però di farci perdere di vista il bersaglio vero. Il vangelo ce lo ricorda : arriva quando non lo immagini. Noi invece
ce lo immaginiamo di continuo un po’ come mettere le statuine del presepe. Lo abbiamo sempre fatto e lo rimettiamo lì, magari comprando due pastori in più o una fontanella con l’acqua che scorre. Per allenare il nostro sguardo e la memoria, Gesù ci parla di Noè, paragonando la sua venuta al periodo in cui Noè nell’indifferenza e, forse anche nella presa in giro di tutti, costruiva un’arca sulla terra ferma: “Infatti come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo” (Mt 24, 38-39). Gesù arriva nell’ora in cui non immaginate, a cominciare dal fatto che Gesù è già venuto, il mondo e noi siamo già stati salvati, tutto ciò che serve per vivere e andare in paradiso è già a nostra disposizione. Ce lo ricordava il vangelo di domenica scorsa quando Gesù dice dalla croce ad un delinquente patentato “oggi sarai con me in paradiso”.
La buona notizia è che Gesù, per fortuna, arriva dove e quando noi non lo immaginiamo, tant’è che arriva anche nella nostra vita…
Quando si ricopre questo allora i nostri occhi cominciano a vedere e ci viene voglia di salire sull’arca anche se siamo in mezzo alla pianura. É questo l’atteggiamento a cui ci invita anche papa Francesco che nella sua esortazione afferma “Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originaria del Vangelo, spuntano nuove strade metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale” (Evangelii Gaudium, n. 11)